Il calendario, come a dir l'anno,
comincia con una festa di sangue: Capodanno, festa della Circoncisione.
È una goccia, appena una goccia di sangue, che scintilla come un rubino,
dinanzi alla nostra fantasia, fra il biancor della neve di cui la terra è
coperta. Una goccia, poche stille, ma è sangue che scorre: è il principio
di un ruscello che andrà sempre ingrossando, che diventerà, per nuovi
continui affluenti, un fiume regale.
Un primo affluente, eccolo già il secondo giorno: 2 gennaio, ottava di santo
Stefano primo martire; un secondo, il 4: ottava dei santi Innocenti martiri; un terzo,
l'11: sant'Igino papa e martire; e il fiume va avanti, di mano in mano più
gonfio, più largo, più maestoso, sino alla fine dell'anno, sino a san
Silvestro (31 dicembre) papa e non martire... È il fiume del Sacrifizio, il
fiume del Martirio, che il ferro di un sacerdote ha aperto nella carne di un fanciullo
senza peccato mentre gli poneva un nome che significa Salvatore; continuato e alimentato
di giorno in giorno dal ferro dei persecutori, sparsi in tutta la terra... Tutta
la terra versa a questo fiume divino e umano il suo tributo di sangue - e tutta la
terra viene da questo fiume (dove l'elemento divino santifica e avvalora l'umano)
fertilizzata e fecondata.
I frutti? L'anno finisce con san Silvestro, papa e non martire. Papa equivale alla
Chiesa, e non martire equivale a vittorioso, equivale a libero. San Silvestro, salito
al posto di Pietro nel 314, è infatti il primo dei supremi pastori che pasturarono
all'aperto, sotto la luce dei sole, nella lieta pace della libertà, il mite
e perseguitato branco di Cristo. D'onde questa letizia, questa pace, questa libertà
della Chiesa, se non da quel sangue?
Ora si comprende come quel nome glorioso di Salvatore, preso dal nato di Betlemme,
fosse così strettamente e quasi necessariamente legato alla confusione e al
dolore della Circoncisione; ora si vede come si possa insieme parlar di regno e di
croce allorché cantiamo, nel primo giorno dell'anno: «Un Fanciullo c'è
nato, un Figliolo c'è stato dato, che ha sulla spalla il suo scettro»:
...cuius imperium super humerum eius.
Tale è l'insegnamento del calendario dal primo all'ultimo giorno dell'anno,
dalla festa della Circoncisione alla festa di San Silvestro. Dalla croce alla pace,
dalla croce alla gioia, dalla croce alla libertà, dalla croce alla potenza,
dalla croce al regno.
Così torna vera anche in senso divino la massima della sapienza umana, si
vis pacem, para bellum; che potrebbe tradursi: se vuoi la pace, preparati a non
aver la pace; se vuoi la gioia, preparati a rinunziare alla gioia; se vuoi la vita,
preparati a dar la vita: questa povera vita che invecchia e cade, un poco per giorno,
come i foglietti del calendario, per quella vita sempre nuova, sempre bella e desiderabile,
che fece ai martiri bello e desiderabile fino il martirio.
Testo tratto da: TITO CASINI, Il Pane sotto la neve, Firenze: LEF, 1935/2,
pp. 162-164.