IL PANE SOTTO LA NEVE
XXI - "VENIT"

Come la liturgia dell'Avvento, quattro settimane d'invocazioni, di gemiti, di speranze, si può riassumere in una parola - "Vieni!" - così la liturgia natalizia, quaranta giorni di giubilo, di adorazione, di gratitudine, si può restringer tutta in un grido: "È venuto!"
Il soggetto è il medesimo. Gli occhi della Chiesa, fin qui appuntati contro il cielo (Rorate, coeli...), ora stan chini su una greppia, dentro una stalla, la quale non ha nulla da invidiare al paradiso, dacché vi è Lui, il Promesso, il Desiderato, l'Invocato, l'Aspettato: Gesù. Gesù è nato, Gesù è tra noi, sulla terra, Gesù è nostro - e se Gesù è nostro, che cosa non è nostro? È nostro il paradiso, che avevamo perduto, e non è più nostra la morte, che avevamo acquistato.
Gesù nato, paradiso riaperto; Gesù in terra, noi in cielo: è questa la sublime equazione da cui scende la gioia di questo tempo, e che si esprime in quel grido solo: "È venuto!" Hodie nobis coelorum Rex de virgine nasci dignatus est...: "Oggi il Re del cielo s'è degnato nascer da una vergine per richiamare al regno celeste l'uomo perduto. L'esercito degli angeli fa festa perché al genere umano è apparsa la vita eterna..." Così cantano, impazienti, i mattutini natalizi prima ancora che gli angeli abbiano intonato il loro canto. E ancora: Hodie nobis de coelo pax vera descendit...: "Oggi davvero è scesa per noi dal cielo la pace; oggi per tutto il mondo i cieli han stillato il miele; oggi risplende a noi il giorno della redenzion nuova, dell'antica riparazione, della felicità senza fine..." E, dì lì a poco, l'offertorio della messa notturna: Laetentur coeli et exsultet terra...: "I cieli si rallegrino e trasalisca la terra dinanzi alla faccia del Sìgnore: Egli è venuto!" Messa dell'aurora, communio: Exsulta, filia Sion...: "Rallegrati: figlia di Sion; figlia di Gerusalemme, esci in lodi: il tuo Re è venuto, il Santo, il Salvatore del mondo!" Messa del giorno, graduale: Dies sanctificatus illuxit nobis...: "Giorno di santità si è levato per noi: venite, popoli, e adorate il Signore, perchè oggi una luce grande è scesa sopra la terra!" E il vespro, riunendo in un solo tratto tutti i sensi della giornata: Hodie Christus natus est nobis; hodie Salvator apparuit; hodie in terra canunt angeli, laetantur archangeli; hodie exsultant iusti dicentes: Gloria in excelsis Deo, alleluia! Canto di angeli, allegrezza di arcangeli, esultanza di giusti... Perché? Perché Egli è venuto.
"E venuto!" canta in varietà di toni e di voci tutta l'ottava natalizia; "è venuto!" canta l'Epifania. Surge, illuminare, Ierusalem...: "Sorgi e risplendi, Gerusalemme, perchè il tuo lume è venuto..." Ecce advenit Dominator Dominus... : "Ecco ch'è venuto il supremo Signore..." E poi di nuovo: Surge, illuminare, Ierusalem, quia venit lumen tuum...
Il colmo di questa gioia scoppia nell'ultimo giorno, quando la Vergine sale al tempio per purificarsi portando il Figlio da presentare al Signore, e la Chiesa fa sue, fa d'ognuno dei suoi figli, le parole di Simeone che lo ha visto, che lo ha retto nelle sue braccia: "Ora, Signore, licenzia pure il tuo servo..."
Ora ch'Egli è venuto noi possiamo, è vero, anche morire. Che cos'è la morte, ora ch'Egli è venuto, se non un licenziamento dalla fatica al riposo, dalla servitù alla libertà, dalla morte alla vita?

Testo tratto da: TITO CASINI, Il Pane sotto la neve, Firenze: LEF, 1935/2, pp. 125-128.


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